Da diversi anni mi occupo di progettare e facilitare percorsi di arte terapia, aperti alle differenze e alle diversità. Negli ultimi anni, la struttura di atelier di arte terapia che mi piace di più proporre è l’atelier inclusivo: uno spazio di esperienza aperto a persone con diverse età, storie, abilità, in cui tutte e tutti sono i benvenuti.
Atelier inclusivo e diritti umani
Quando ho iniziato a definire il concetto di atelier inclusivo, portandolo nel mio lavoro di psicologa e psicoterapeuta, ho scelto di agire in sintonia con i principi della Convezione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità: è un documento che ho spesso incontrato nella mia vita professionale.
Agire nel quotidiano per il diritto all’inclusione dovrebbe, a dire il vero, essere la cornice di riferimento e l’obiettivo di ogni cittadino italiano: il nostro Governo, infatti, ratificando la Convenzione con la Legge 3 marzo 2009, n. 18 si è impegnato (e noi con lui) a diffondere una cultura inclusiva, di non discriminazione e partecipazione, per realizzare una società equa, accessibile a tutte e tutti.
“Disabilità” non è un aggettivo
Nel linguaggio comune, la disabilità è un aggettivo, una caratteristica propria della persona: il “bambino disabile”. In realtà non è così. Secondo la Convenzione, la disabilità è un concetto in evoluzione. Il risultato di un incontro; un incontro tra le persone e le “barriere attitudinali ed ambientali, che impedisce la loro piena ed efficace partecipazione nella società su una base di parità con gli altri”.
La disabilità si esprime quando una persona, con determinate caratteristiche proprie, incontra un ambiente che non è adeguato a sostenerne lo sviluppo e la salute. La disabilità è un limite che la persona vive quotidianamente, in una società in cui mancano i diritti fondamentali e i presupposti per il suo benessere e per la sua salute. E non è legata a fattori individuali: è legata a una dimensione relazionale, ambientale, di contesto sociale.
Arte terapia e diritto a esprimere Sé
Quando una bambina (o un bambino) nasce, cresce, vive in un contesto (culturale, relazionale, sociale, economico, politico) che per diverse ragioni non è in grado di rispettarla e assicurarle pari diritti e opportunità, quella bambina potrebbe esprimere una serie di difficoltà.
In un panorama del genere, il lavoro di supporto psicologico e psicoeducativo deve necessariamente contribuire a contrastare una visione di disabilità centrata sulla persona, a favore di un approccio centrato sul sistema, volto a sensibilizzarlo e trasformarlo.
Atelier inclusivo di arte terapia: un piccolo inizio
Poiché da qualche parte bisogna pur partire, io ho scelto l’arte terapia. E l’atelier inclusivo come strategia, minimale ma concreta, per fare bene il mio lavoro di arte terapeuta e, al tempo stesso, prendere una posizione netta e provare ad agire un cambiamento.
Già usare la parola “inclusivo” abbinata ad “atelier” nella comunicazione è stata, per me, una piccola rivoluzione. Viviamo nella cultura dell’esclusività, o no? Scuole esclusive, club esclusivi, relazioni esclusive… e un atelier esclusivo? No, grazie.
L’esperienza inclusiva in arte terapia
Ma anche la parte di progettazione dell’atelier inclusivo richiedeva dei cambiamenti. Un atelier inclusivo dev’essere progettato e realizzato tenendo in considerazione le diversità tra i partecipanti, alla pari, come valore aggiunto dell’esperienza condivisa. Deve, cioè, garantire la possibilità di un’esperienza creativa aperta. Un atelier fruibile da tutte e tutti, in maniera non vincolata a specifiche competenze, modi di essere o capacità.
Per fortuna, in questo mi ha aiutato l’arte terapia a orientamento psicodinamico come modalità di pensiero e di azione. In arte terapia, infatti, l’attenzione è sul processo, non sul prodotto. Il lavoro terapeutico con i linguaggi espressivi dell’arte rappresenta un canale per aiutare i bambini e le bambine a esprimere sé, nella propria unicità.
Se uniamo questa modalità espressiva a un approccio non giudicante e a una esplicita, dichiarata a priori, accoglienza e rispetto di tutti i partecipanti nelle loro abilità, l’atelier inclusivo diventa un tramite per agire verso una diversa percezione delle competenze, a partire da quelle creative.
L’obiettivo dell’atelier inclusivo arte terapia è facilitare il cambiamento positivo delle persone che vi partecipano. Ma anche ampliare, un po’ alla volta, la visione del contesto in cui sono realizzati: verso una maggiore capacità di accogliere le diversità e rispettare i diritti imprescindibili.
Vuoi conoscere i miei atelier?
Nel mio lavoro porto l’atelier inclusivo in diversi contesti, realizzando queste tipologie di interventi:
- i piccoli gruppi di arte terapia per bambine e bambini e per adolescenti;
- gli atelier di arte terapia con adulti;
- i percorsi di educazione inclusiva a scuola e al nido;
- gli atelier sociali itineranti presso spazi culturali e servizi del territorio.
Ogni contesto richiede una progettualità differente, con diverse modalità per proporre e facilitare l’esperienza creativa ai partecipanti. Nei prossimi post del blog entrerò un po’ meglio nei dettagli. Intanto, se vuoi saperne di più puoi scrivermi a progetti@righerosse.it
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